Come condurre un colloquio motivazionale
Come capire se il candidato è sincero nel manifestare entusiasmo per la posizione lavorativa? Cosa pensa realmente dell’azienda? Rispondere a queste domande non è facile, ma grazie al colloquio motivazionale hai la possibilità di farti un’idea molto più chiara dei propositi dell’intervistato.
Un colloquio motivazionale di lavoro è infatti un incontro mirato ad approfondire e testare le reali motivazioni che spingono un professionista a candidarsi per un ruolo, così da scartare gli aspiranti che sottintendano di essere mossi da intenzioni deboli o superficiali, rivelandosi dipendenti potenzialmente inaffidabili. Un intervistato che, al contrario, dimostri di essere seriamente interessato all’azienda e al profilo proposto sarà più propenso a impegnarsi, diminuendo significativamente il rischio di turnover.
Il colloquio motivazionale è una vera e propria tecnica di recruiting, che richiede al selezionatore una base di competenze di psicologia, così da essere in grado di analizzare in profondità le risposte dell’intervistato e il suo atteggiamento, cogliendo informazioni anche dal linguaggio non verbale.
Di seguito trovi consigli e strategie utili per capire come condurre un colloquio motivazionale in modo efficace.
Poni domande specifiche
Le domande del colloquio motivazionale devono mettere alla prova il candidato, in modo tale da far emergere la relazione tra la sua sfera emotiva e l’approccio al lavoro.
Lo scopo è indagare le sue aspettative professionali e capire come ha affrontato situazioni complesse in passato. La fase di intervista motivazionale è fondamentale per approfondire gli aspetti meno tecnici, così da non fermarsi a una lettura superficiale delle esperienze riportate sul curriculum. Più avanti vedremo alcuni esempi di domande da porre al colloquio motivazionale di lavoro, da cui puoi prendere spunto per redigere i tuoi quesiti.
Basare la tua analisi sui quesiti dell’intervista non è però sufficiente, perché chi decide di affrontare le selezioni è, il più delle volte, preparato a ricevere certe tipologie di domande e tenderà a formulare risposte compiacenti, presumendo ciò che vorresti sentirti dire. Il rischio è di avvantaggiare i candidati con l’eloquio più convincente, ma i cui racconti mancano di autenticità. Nei punti successivi trovi alcuni suggerimenti per ovviare a questo problema.
Concentrati sulla comunicazione non verbale
Un metodo valido per capire se il candidato sta dando risposte poco veritiere è confrontare le sue parole con il linguaggio non verbale, valutando se ci sia corrispondenza o dissonanza.
Mantieni il più possibile il contatto visivo con l’intervistato e prendi in considerazione elementi quali la postura (che può essere tesa, rilassata, scomposta, ad esempio), il tono e il volume della voce, e l’atteggiamento complessivo, notando se si comporta in modo passivo o proattivo, se prende appunti, se mostra interesse per le informazioni che fornisci e se pone domande rilevanti.
Poni attenzione sulla descrizione che dà di sé e confrontala con ciò che vedi, per farti un’idea delle sue qualità interpersonali. Se ad esempio, sul CV o in presenza, si dichiara dinamico ed estroverso, ma nella realtà si dimostra timido o impacciato potrebbe aver esagerato nelle descrizione delle sue caratteristiche o potrebbe non essere in grado di riconoscere con onestà i suoi punti di debolezza.
Effettua simulazioni professionali
Effettuare dei test professionali non è utile solo per esaminare la preparazione tecnica di un candidato, ma può essere uno strumento interessante anche per valutarne la motivazione e la determinazione davanti a circostanze complicate. L’importante è ricreare situazioni complesse ma verosimili, mettendo in scena dinamiche che il neoassunto dovrà realmente affrontare per svolgere le sue mansioni.
Video presentazione
Se temi che alcuni professionisti possano essere a disagio durante un colloquio motivazionale di persona e che l’ansia e l’insicurezza possano sminuire il valore di soggetti realmente motivati e competenti, puoi prendere in considerazione il colloquio virtuale o la video presentazione. Grazie a questo video colloquio in differita, puoi chiedere all’intervistato di registrare un breve filmato in cui si presenta e risponde ad alcune domande da te fornite, mirate a coglierne la motivazione e le ragioni che l’hanno spinto a proporsi per la posizione. In questo modo si sentirà meno in soggezione e invierà solo le riprese che meglio lo rappresentano, mettendo maggiormente in luce la sua personalità e lasciandoti comunque la possibilità di cogliere soft skill e informazioni del linguaggio non verbale.
Colloquio motivazionale di gruppo
Se hai necessità di massimizzare il tempo a disposizione, puoi scegliere di condurre il colloquio motivazionale avvalendoti di un’altra modalità, ossia il colloquio motivazionale di gruppo.
Questa tipologia di intervista ti dà la possibilità di coinvolgere contemporaneamente tutti i candidati o gruppi di essi, analizzandone le capacità di interazione, lavoro in team e leadership. Da un colloquio di gruppo otterrai chiare informazioni sulle motivazioni e sulle qualità interpersonali. Un buon criterio di valutazione è cercare di individuare il candidato capace di ascoltare anche il parere degli altri, ponendo riflessioni e trovando punti di incontro per raggiungere una soluzione comune, ad esempio durante una simulazione professionale in teamwork.
Colloquio motivazionale, le domande
Selezionare un candidato sulla base delle sue intenzioni significa cercare di coglierne il grado di affidabilità. Come anticipato, uno degli elementi fondamentali di questa ricerca sono, ovviamente, le domande dell’intervista motivazionale, le quali devono avere un taglio introspettivo, così da fornire indizi sui propositi che spingono ad avanzare la candidatura, al di là delle ragioni meramente economiche.
Vediamo dunque alcuni esempi di domande del colloquio motivazionale.
1. Raccontami qualcosa di te che non è presente sul tuo curriculum
Questa domanda è strategica per conoscere la personalità del candidato, perché lascia molteplici possibilità di risposta. In base a come l’intervistato reagisce e alle informazioni che decide di condividere, che siano di tipo personale o professionale, avrai l’opportunità di capire meglio chi hai di fronte e avere qualche indicazione in più sul suo carattere.
2. Dove ti vedi tra 5 anni?
Sondare le ambizioni del professionista è essenziale per ricercare le motivazioni alla base della sua candidatura e le aspirazioni che lo spingono a livello personale e professionale, verificando che siano in linea con le caratteristiche richieste per ricoprire il ruolo vacante.
3. Cosa ti ha spinto a candidarti per questa posizione?
Il motivo della candidatura è proprio ciò su cui ruota questa tipologia di colloquio. Porre la domanda diretta ti permette di misurare gli interessi e la serietà dell’intervistato, avendo una prima indicazione sui suoi obiettivi professionali.
4. Perché vorresti far parte di questa azienda?
La risposta a questo quesito ti suggerirà quanto approfondita sia stata la ricerca sull’azienda e sul ruolo offerto, quanto la persona che hai davanti si consideri in linea con la mission aziendale e cosa si aspetta da questa opportunità.
5. Perché dovremmo scegliere te?
Si tratta di una domanda utile per capire in che modo il candidato si consideri diverso dagli altri e quale valore aggiunto ritenga di poter offrire all’azienda, invitandolo indirettamente a descrivere eventuali aree di miglioramento, che secondo la sua opinione andrebbero affrontate.
6. Perché intendi lasciare il tuo lavoro attuale?
A seconda della risposta, puoi farti un’idea sul livello di professionalità del candidato. Parla del proprio ambiente di lavoro concentrandosi sugli aspetti negativi o, al contrario, preferisce mettere in luce le sue aspettative per una crescita in ambito lavorativo? Ascolta attentamente quello che ti racconta e valuta se c’è coerenza con il percorso che ha deciso di intraprendere.
7. Cosa sai della nostra azienda?
Mostrare interesse nell’azienda, nella sua storia, nella vision, nei progetti realizzati e nei risultati raggiunti denota un serio interesse del candidato nel lavoro proposto. Aver speso tempo raccogliendo informazioni comunica che la candidatura non è casuale e c’è determinazione nel raggiungere l’obiettivo.
8. Parlami di come hai risolto una situazione lavorativa complicata
La motivazione è strettamente legata alla risolutezza e all’intraprendenza. In un percorso lavorativo, è normale affrontare situazioni stressanti o in cui ci si sente sotto pressione ed è proprio in questi momenti che si ha la possibilità di mettere in risalto le proprie capacità di problem solving e le proprie abilità nell’affrontare le sfide.
9. Qual è stato il successo più importante ottenuto nella tua carriera?
Puoi porre questa domanda per dare la possibilità al candidato di mettersi in mostra, verificando al contempo la sua capacità di raggiungere dei traguardi concreti. Una domanda così personale è utile per creare un’atmosfera rilassata e, al contempo, capire meglio le sue ambizioni dal punto di vista professionale e le responsabilità che sente più congeniali.
10. Hai domande?
Un aspirante motivato avrà probabilmente dei quesiti da porre, dettati dalla curiosità per l’ambiente di lavoro, il team e le mansioni. Più ha svolto ricerche sull’azienda e sul ruolo proposto, più mirate e interessanti saranno le sue domande.
Il colloquio motivazionale è una risorsa strategica per la selezione di nuovi talenti, grazie alla quale puoi approfondire aspetti complessi da valutare, ma che possono portare risultati nel lungo periodo, in termini di affidabilità e impegno del candidato. Ora sai cos’è un colloquio motivazionale, come e perché organizzarlo e puoi avvalerti anche di questo strumento per trovare professionisti seriamente interessati a far parte della tua azienda.